Il ministro degli esteri della Unione europea Josep Borrell in una recente dichiarazione ha riconosciuto la sostanziale assenza dell’Europa dal tavolo negoziale Russia-Stati Uniti che si occupa della crisi ucraina. Questa assenza è causata dalla mancanza di una politica nei confronti della Russia autonoma da quella estremamente conflittuale degli Stati Uniti e dell’Inghilterra, appoggiata dalla Polonia e dai Paesi baltici.

La questione ucraina non può essere risolta se non attraverso un negoziato e un accordo con la Russia, ma questo accordo è reso impossibile dalla divisione esistente fra i paesi europei, con la Francia occupata dalle vicine elezioni, la Germania con un governo appena entrato in carica, l’Italia alle prese con una profonda crisi politica e la Gran Bretagna con un primo ministro sull’orlo delle dimissioni.

Vecchie decisioni

È utile ricordare che la questione ucraina si è aggravata ed è deflagrata nel 2014 quando la dirigenza ucraina ha deciso, sotto pressione americana, di fare una scelta di campo anti russa e filo occidentale, dimenticando la sua storia, la sua posizione geografica e la sua fragilità strutturale. Prima del 2014 i presidenti ucraini avevano abbracciato una posizione neutrale che rifletteva il ruolo di ponte fra est e ovest, posizione che non avrebbe causato reazioni da parte della Federazione Russa.

Dal 2009, a partire dal trattato di Lisbona, si poteva sperare in una nuova capacità europea di attuare una politica estera comune e un processo di rafforzamento di tutte le istituzioni europee. La crisi economica del 2008, la divisione fra paesi del nord frugali e del sud spendaccioni, Brexit, i contrasti sulla gestione dell’immigrazione, hanno però indebolito il processo di maggior integrazione europea.

La scelta da parte della Federazione Russa, consapevole della debolezza politica delle istituzioni europee, è stata quella di favorire relazioni bilaterali con i singoli paesi europei, privilegiando i paesi più filorussi come Italia e Germania rispetto a quelli storicamente russofobi come Polonia, Svezia ed Inghilterra.

In questo contesto, il primo passo necessario per la definizione di una comune politica europea sarebbe capire quali sono le ragioni all’origine delle attuali posizioni russe sull’Ucraina, piuttosto che limitarsi ad accodarsi alle posizioni angloamericane estremamente conflittuali nei confronti della Russia.

Problemi di geografia

(Foto LaPresse)

Storicamente la Russia è stata sempre invasa da ovest (Svezia, Francia napoleonica, Germania) attraverso la grande pianura, priva di ostacoli naturali, che dalla Polonia arriva fino agli Urali. Se l’Ucraina o la Bielorussia aderissero alla Nato o accettassero forze occidentali sui loro territori, la Russia avrebbe ai suoi confini un dispiegamento di forze potenzialmente ostili.

Visto che la geografia mantiene comunque, anche oggi, una sua rilevanza, la Piazza Rossa sarebbe più facilmente raggiungibile in pochi minuti dai missili eventualmente installati. Basta ricordare la reazione degli Stati Uniti al tentativo di installazione di missili sovietici a Cuba. Il senso di accerchiamento che è molto vivo in Russia è cresciuto sempre più con la continua espansione ad est della Nato, espansione che secondo alcuni resoconti non sarebbe stata contemplata negli accordi intercorsi fra Michail Gorbaciov e gli Stati Uniti.

Le sanzioni

(Foto Ap)

L’Europa, con Germania, Francia, Italia e Ungheria in testa, non accetta di buon grado l’invito sempre più pressante degli Stati Uniti ad applicare sanzioni nei confronti della Russia. Questo è facilmente comprensibile, visti gli intensi scambi commerciali tra alcuni paesi europei e la Russia: import di gas e petrolio russo, export di beni di investimento e consumo verso la Russia. Al contrario gli Stati Uniti hanno pochi rapporti economici con la Russia e non hanno niente da perdere.

È evidente che l’Europa nel suo complesso, per motivi anche solo geografici, ha interessi molto diversi dagli interessi geopolitici statunitensi, anche nella questione ucraina. L’Europa, per poter dialogare con la Russia, dovrebbe distaccarsi dalle posizioni angloamericane, cercando di risolvere il conflitto ucraino in un contesto più generale di sicurezza europea. In questo quadro, l’Ucraina dovrebbe essere neutrale, come lo è ancora la Finlandia, aperta sia all’occidente europeo che alla Russia.

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