- Di recente, Carlo Calenda ha avanzato su Twitter la proposta di un obbligo di «registrarsi con identità verificata» ai social network. Ma l’anonimato, in diversi casi, è l’unica via per godere di piena libertà di espressione.
- Il diritto all’anonimato non è assoluto. È possibile l’identificazione dell’utente, in base a provvedimento giudiziale, nei casi previsti dalla legge. Autenticare ogni account si tradurrebbe in una schedatura globale. E anche un account con identità certificata potrebbe essere usato da chi non ne sia titolare.
- Secondo Calenda, la fattibilità di una proposta dipende dalle regole. È vero l’opposto. Sono le regole che devono basarsi sulla fattibilità dell’ipotesi prescelta.
Di recente, Carlo Calenda ha avanzato su Twitter la proposta di un obbligo di «registrarsi con identità verificata» ai social network. Non è chiaro se per l’europarlamentare si debba anche usare il proprio nome e cognome sui social, oltre a identificarsi al momento dell’iscrizione. Così sembrerebbe, dato che Calenda si lamenta di «profili falsi/anonimi». Può essere utile verificare fattibilità e impatti della proposta. Anonimato e libertà di espressione Calenda sembra non considerare che l’



