il commento

Vladimir sulle orme di Stalin. E l’ossessione di dimostrare di non essere isolato

La Piazza Rossa di ieri 9 maggio come specchio del dualismo del nostro secolo, non più diviso per punti cardinali ma per sistemi politici. La Piazza Rossa come mappa geopolitica del pianeta, dove capire chi sta con chi

Più o meno alla stessa ora in cui nella cappella Sistina il papa americano della pace «disarmata e disarmante» celebrava la sua prima messa nella nuova carica, tremila chilometri più a nord, nell’autocertificata Terza Roma della santa ortodossia, Vladimir Putin pretendeva idealmente di indossare i panni dell’erede di Josif Stalin. E lasciava intendere di essere chiamato, al pari del predecessore, allo sforzo titanico di distruggere il nazifascismo risorgente, a ottant’anni di distanza da quella

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