- Il 26 luglio di dieci anni fa Mario Draghi, allora presidente della Bce, annunciò che avrebbe fatto tutto il necessario a evitare che gli spread eccessivi fra i tassi di interesse dei paesi dell’eurozona distruggessero la moneta comune
- Bastò la sua parola; non fu necessario attivare lo scudo antispread predisposto. L’operazione ebbe un profilo anche politico-diplomatico, con una decisione del Consiglio europeo, voluta dall’Italia, un mese prima del “whatever it takes”
- Non è detto che oggi serva uno scudo e, se servisse, dovrebbe essere diverso e agganciare le condizioni perché un Paese ne benefici al rispetto del Patto di Stabilità riformato che andrebbe presto adottato
Whatever it takes, le scelte sui vincoli di bilancio determinano l’efficacia dello scudo anti spread
10 luglio 2022 • 07:23Aggiornato, 11 luglio 2022 • 08:31