- Il primo segno inequivocabile che potrebbe buttare molto bene è il colore della giacca del commissario tecnico Roberto Mancini: è identico a quello della giacca di Bearzot nel Mundial ’82.
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Comincia il match, nel primo tempo si intravede la partita che sarà: tignosa: questi stanno in dieci rinchiusi nel caicco rettangolare della loro area di rigore. Noi siamo un po’ così, teniamo palla ma non buchiamo.
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Il Commissario tecnico cambia un po’ di metrosexual con altri metrosexual e poi è fatta, abbiamo giocato da dio, nell’olimpico pieno e abbiamo “asfaltato i turchi”; alla fine inquadrano Mattarella che applaude, e io mi chiedo come mai non l’abbiano inquadrato già prima il nostro condottiero.
Il primo segno inequivocabile che potrebbe buttare molto bene è il colore della giacca del commissario tecnico Roberto Mancini: è identico a quello della giacca di Bearzot nel Mundial ’82. Ce lo sussurriamo con scaramanzia seduti a un tavolo di legno del bar di un paesotto del piacentino, nel quale, insieme ad amici fidati e de-facto co-autori di questo pezzo, sono attovagliato in attesa della partita. Il rito collettivo esige pensiero collettivo, le frasi che uno inizia le finisce l’altro,



