l’esigenza di condividere

Quel legame di “Sangue” con la malinconia, Picchio e la sua idea di cinema

Foto di Damiano Andreotti
Foto di Damiano Andreotti

Valentina Pozzi, regista e produttrice con la Illegalfilm77, parla dell’unico film firmato come regista da Libero De Rienzo e racconta “Sangue nostro”, il documentario – in cerca di una produzione – dedicato alla sua opera. «Mi ha sempre ripetuto che fare cinema è un atto politico, un atto di affermazione del proprio trascorso, un forte desiderio e mi ripeteva spesso una frase di Mark Twain: “Non sapevano fosse impossibile, allora l’hanno fatto”»

Ci sono tanti modi in cui si potrebbe parlare di Libero De Rienzo. Si potrebbe parlare della sua morte, il 15 luglio di quattro anni fa. Potremmo partire da Santa Maradona, dal suo David di Donatello, nel 2002, come miglior attore non protagonista, con quel discorso che rimandava all’inaccettabile sangue versato in Palestina. Potremmo parlare del suo Siani di Fortapàsc o del Bartolomeo di Smetto quando voglio. Ma presentando Sangue nostro, il documentario realizzato da Valentina Pozzi, - che abb

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