Serge Latouche nella sua biografia racconta i due Baudrillard: il metodico studioso della società dei consumi e l’enigmatico profeta della virtualizzazione. Entrambi hanno lasciato al presente un’eredità senza eredi
- Nella biografia appena uscita per Bollati Boringhieri, Quel che resta di Baudrillard, Serge Latouche lo definisce patafilosofo, distinguendo con attenzione tra due Baudrillard: il metodico studioso della società dei consumi e il visionario profeta della virtualizzazione del mondo.
- Quella che Baudrillard descrive è una vera e propria religione: la società consuma i segni del benessere nella speranza che il benessere segua.
- Contrariamente alla vulgata del suo tempo, il filosofo afferma che è nel consumo, e non più solo nella produzione, che viene fabbricato l’uomo alienato. Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i segni.
«L’eccesso di salute genera i virus e la virulenza. L’eccesso di sicurezza produce una minaccia nuova, quella del collasso immunitario. L’eccesso di capitali genera la speculazione e il crac. L’eccesso di informazione genera l’indecidibilità dei fatti e la confusione delle menti. L’eccesso di ragione genera l’ingiustificabile. L’eccesso di trasparenza genera il terrore». Jean Baudrillard amava le formule oracolari, spesso enigmatiche, talvolta incomprensibili. Quando va male i suoi libri suonan



