Cultura

Bisogna tornare ai gesti e alla materia. La democrazia “si fa”, come l’amore

Il problema di oggi non è la nostra mancanza di comprensione del pericolo antidemocratico. È la difficoltà di trasformare questa comprensione in qualcosa (non si sa bene cosa). Che ce ne facciamo di tutte queste analisi?

Capiamo, non capiamo. Vediamo, non vediamo. Abbiamo riconosciuto il pericolo antidemocratico, non l’abbiamo riconosciuto. Ci preoccupiamo molto, ci preoccupiamo poco. Ecco le dicotomie emerse in questi giorni, il linguaggio di un’epoca che oscilla fra la ricerca di giustificazioni e la costernazione. Alternanza di sentimenti e retorica della cecità. Eppure, credo che non ci siano dubbi: abbiamo capito parecchio, e abbiamo visto parecchio, nel corso di questi anni politicamente impegnativi. Abbia

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