I sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki sono stati fondamentali per l’elaborazione del trauma collettivo della popolazione giapponese. Negli anni hanno trasformato questa eredità in memoria attiva, incoraggiando processi di disarmo nucleare globali e lasciando il testimone alle generazioni più giovani
Un bambino dallo sguardo serio, sull’attenti, porta legato sulla schiena il suo fratellino. Lo ha fatto altre volte, come era consuetudine tra i bimbi del Giappone nel primo Novecento, ma quella è stata l’ultima: il fratellino è arreso con la testa penzoloni e ha gli occhi chiusi, morto. È tra le immagini più strazianti del dramma del Giappone dopo le bombe atomiche degli Usa su Hiroshima e Nagasaki, che il 6 e il 9 agosto 1945 causarono decine di migliaia di morti. La foto, Il bambino in piedi



