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Questo articolo del sociologo e filosofo Bruno Latour è stato pubblicato nel numero 6 della rivista bimestrale Vita e pensiero, uscito il 13 gennaio.
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La nuova questione di mantenere abitabile la terra in cui viviamo apre nuovi problemi alla teologia. Il tutto è stato aggravato dalla pandemia che ha cambiato i nostri comportamenti. Una sfida raccolta dall’enciclica Laudato sì, ineludibile per credenti e non credenti.
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Lottare contro il “materialismo” è un compito davvero superato, occorre infatti rimaterializzare l’appartenenza alla terra. È questa immensa rottura nelle concezioni del mondo a offrire alla teologia l’occasione di ripensare come accompagnare la ripresa della predicazione liberata da proiezioni cosmologiche senza alcun più rapporto con il nostro tempo. A cosa ti serve salvarti l’anima, se finisci per perdere il mondo terreno?
Questo articolo del sociologo e filosofo Bruno Latour è stato pubblicato nel numero 6 della rivista bimestrale Vita e pensiero, uscito il 13 gennaio. Essendo del tutto incapace di parlare da teologo, mi rivolgo a voi come chi ha tentato di cogliere quel che il mutamento ecologico produce sulla filosofia, e anche come chi, ispirato da sempre dal cattolicesimo, si trova un po’ sconsolato per non poterne trasmettere il messaggio al suo prossimo. Cerco dunque di collegare le due crisi: quella de



