L’intervento alla milanesiana

C’è l’intelligenza matematica. Ma anche quella tolstojana

Fiammelle, neonati che urlano grida ardite e temerarie ed egoiste squarciando il silenzio e che da dove vengono? Io ho sempre creduto che quest’urlo, questa fiamma, questa bollicina sono l’intelligenza dei personaggi tolstojani e, siccome i libri sono la realtà, sono la nostra intelligenza. E cos’è l’intelligenza se non l’atomo ultimo, infuocato, della nostra essenza?

C’è una scena in Anna Karenina di Lev Tolstoj. Kitty, giovane donna a cui Anna ha strappato dolorosamente il cuore di Vronksy minandone la sanità mentale, ha finalmente accettato un amore felice, adorante, Lévin. Lévin la ama da sempre e farebbe di tutto per lei. Kitty aspetta suo figlio, così come deve essere, e così come deve essere arriva il giorno del parto. E qui arriva la scena. Uno strappo nella pagina per tutte le volte che l’ho riletta e che ho voluto declamarla ad alta voce. Il bambino

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