Acuta, graffiante, sarcastica senza mai apparire offensiva. Francesca Fagnani, che questa sera condividerà il palco dell’Ariston con Amadeus e Gianni Morandi nella seconda serata della 73esima edizione del Festival di Sanremo, è senza dubbio la giornalista televisiva del momento.

Il suo “Belve”, in onda su Raidue dopo aver visto la nascita su Nove già nel 2018, è un programma che s’incastra perfettamente nelle logiche della televisione contemporanea: la cura del casting nelle scelte dei personaggi da intervistare, la parola come espediente essenziale per sfrugugliare il privato dei vip, la mimica e i botta e risposta funzionali alla proliferazione di clip e meme capaci di inondare i social.

La carriera

Francesca Fagnani ospite a "L'arena" nel 2014 (Claudio Bernardi/Lapresse)

In “Belve”, Fagnani instaura un rapporto complice e conflittuale allo stesso tempo con l’ospite di turno, spesso personalità fuori dall’ordinario, talvolta anche dalla legalità, con un vissuto meritevole di essere sezionato.

Con un passato da cronista sul campo, formatasi nei reportage per i talk-show d’assalto di Michele Santoro, Fagnani si è distinta alcuni anni fa anche per un’inchiesta sulla criminalità giovanile di alcuni quartieri di Napoli (“Il prezzo”), approdata nella seconda serata di Raitre; un racconto crudo e senza pregiudizi nel solco della tradizione sociale dell’inchiesta di denuncia, quella che stimola connessioni e riflessioni amare sulla società e i destini.

Dal campo allo studio, quello della giornalista romana è un passaggio che si è caricato anche di una necessità professionale e creativa nuova, coincidente con la ricerca di uno stile distintivo che restituisse a un genere nobile dell’informazione televisiva come l’intervista una fisionomia perduta. In un sistema dei media sovraccaricato di storie, dichiarazioni, confronti, le interviste di Fagnani spiccano per un’identità riconoscibile, un’oscillazione perenne tra la stilettata e il conforto, tra l’allusione e la compassione.

Una tecnica che ha permesso di creare una sorta di “brand”, che attecchisce su TikTok e che ha stimolato la parodia di Fiorello a Viva Rai2!, nel più classico dei meccanismi di rimando tra volti e programmi di una stessa rete. 

Autenticità ed empatia

LaPresse

L’immagine che Fagnani dà di sé e del suo essere giornalista è quella dell’autenticità, di un’empatia che mantiene la giusta distanza. Certo, nessuna inchiesta e nessuna intervista è imparziale, lo sguardo televisivo implica selezione e messa in discorso; ma farlo passare quasi inosservato è mestiere che riesce a pochi.

Amadeus l’ha probabilmente voluta al suo fianco per rafforzare l’idea del Festival come servizio pubblico, per dare profondità alla sua idea espansiva dell’evento come grande narrazione nazionale. Fagnani parlerà di scuola e dei «ragazzi che hanno sbagliato e stanno pagando»; un ritorno al suo amore per la cronaca, la denuncia, la speranza.

© Riproduzione riservata