La California attraverso il viaggio dell’acqua lungo l’acquedotto progettato da William Mulholland. Un saggio narrativo che ha a che fare con la nostra vita, con il modo in cui desideriamo e smettiamo di desiderare, con la vena di follia che serve per creare qualsiasi cosa, contro un mondo che ci vorrebbe rassegnati e prosaici
«Muoversi è utile per uscire dallo stallo, ma raramente cambia il destino delle cose». È una frase seminata in modo apparentemente innocuo in L’ultima acqua, libro di Chiara Barzini per Einaudi, che racconta la California attraverso il viaggio dell’acqua dai monti della Sierras a Los Angeles. Quell’acquedotto è tante cose: un grande impianto ingegneristico – concepito nei primi anni del 1900 e inaugurato nel 1903 – un furto, un’impresa impossibile, un sogno, un atto di hybris e l’unico motivo pe



