- «Per me la questione dei diritti civili non è comunque separata da quella che è una giustizia sociale più larga, credo. Fermarsi alle questioni dei diritti civili non è abbastanza, secondo me. È il minimo sindacale».
- «Io diciamo che mi sono infricchettonito un po’ di più in questo periodo. Il fatto della pandemia ha accelerato un processo in corso. Avevo fatto un tour de force di qualche anno, ho battuto il classico ferro caldo per un po’»
- «La sovraeccitazione è qualcosa che in qualche modo è sempre un po’ non dico temuta dalle forze dell’ordine, da chi comanda, eccetera, però è guardata con un attimo di timore».
Ti chiederò delle cose che ti annoieranno, però poi mano a mano arriveremo da qualche parte, spero. Va bene. Tocca iniziare con la questione della provincia, giusto? Come sei riuscito a trasformare quello strano luogo dove stai, Ivrea, in un posto da cui non sei mai voluto andare via? Questo è un posto che, appunto, ha un suo carattere specifico. Ovviamente inclusa la grande storia della Olivetti. Qua, se hai avuto come me nonni dentro l’Olivetti, e se hai un minimo il polso su quello



