Si celebra il settimo centenario dalla morte del poeta, ricorrenza utile per quest’epoca di pandemia e populismi. Spiega Carlo Ossola: «Nel momento in cui Dante scrive stavano finendo i sistemi universali che avevano sorretto il pensiero in occidente. Illustra gli universali che ordinano la prospettiva»
- «Dante è talmente universale da essere capace di esprimersi in un latino “curiale”, come nel De Monarchia, ma è anche un autore del più crudo realismo», racconta a Domani Carlo Ossola.
- «Dal punto di vista letterario crea la coscienza dell’unità della lingua italiana con il De vulgari eloquentia. Prima di lui avremmo avuto solo forme regionali». Anzi, spiega Ossola che «la coscienza dantesca, oltre che italiana, è saldamente europea».
- «Uno degli scopi di questo centenario, ora che la Gran Bretagna ha deciso di abbandonare l’Europa, dovrebbe essere quello di adottare Dante come nume tutelare di questa Europa».