È morto lo scrittore giapponese e premio Nobel per la Letteratura Kenzaburo Oe. A renderne nota la scomparsa, lunedì, è il suo editore, Kodansha: l’autore è deceduto lo scorso 3 marzo, a 88 anni. La famiglia dello scrittore ha preferito ritardare la diffusione della notizia, per poter celebrare i funerali in privato.

Oe, nato nel 1935 nella cittadina di Uchiko, ha ricevuto numerosi riconoscimenti nella propria carriera, tra cui il Nobel per la letteratura nel 1994. La sua attività, tuttavia, non si è esaurita in ambito letterario: attento a questioni politiche e sociali, era un pacifista, anticonformista e contrario al nucleare.

La minaccia nucleare

È proprio la tematica nucleare a essere al centro del suo saggio del 1965, Note su Hiroshima, in cui ha narrato una città distrutta, una realtà dilaniata dagli effetti dell’atomica, attraverso interviste a sopravvissuti e medici. Nel suo libro, Oe offre ai lettori un’analisi morale e politica degli eventi in chiave fortemente anti nucleare.

Sebbene abbia dichiarato di rivolgersi prevalentemente a un pubblico giapponese, con quest’opera Oe è stato in grado di catturare, negli anni Sessanta, anche l’interesse di lettori internazionali. Il suo attivismo nelle campagne antinucleari è rimasto vivo nel corso degli anni e si è tradotto in varie iniziative, tra cui la protesta del 2013, da lui organizzata a Tokyo.

VICENDE PERSONALI

Kyodo

Un’esperienza personale è il titolo del romanzo autobiografico del 1964, ispirato alle difficoltà nel rapporto con il figlio, nato con lesioni celebrali. 

Oe ha rivelato di aver utilizzato la scrittura come una catarsi, un modo per analizzare e accettare dei conflitti interiori. Nelle sue opere, infatti, s’incontra di frequente la rappresentazione di un mondo sconquassato da forze oscure e disturbanti. 

SCRIVERE COME ATTO DI LIBERTà

Lo scrittore giapponese, che ha sempre avuto a cuore battaglie pacifiste, è noto anche per le sue rivendicazioni liberali.

È divenuto celebre il suo rifiuto, nel 1994, dopo essere stato insignito del Nobel, del riconoscimento dell’Ordine della Cultura giapponese da parte dell’imperatore. Oe, infatti, nell’occasione ha detto di non riconoscere alcuna autorità «più in alto della democrazia».

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