intervista

Emilio Isgrò: «La vecchia pop art è diventata populista»

Emilio Isgrò, 2016. Photo credits Valentina Tamborra. Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Emilio Isgrò, 2016. Photo credits Valentina Tamborra. Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Emilio Isgrò, 2016. Photo credits Valentina Tamborra. Courtesy Archivio Emilio Isgrò

Per tutti è l’artista delle cancellature, inventore di un linguaggio concettualmente originale. «Non ho iniziato a farle per innescare un’altra avanguardia. Erano pause, dispositivi per l’ascolto. Dal cuore del Mediterraneo deve ripartire l’innovazione. Dalla guerra delle armi, alla pace delle arti»

Nato a Barcellona di Sicilia nel 1937, trasferitosi nel ’56 a Milano, Emilio Isgrò è per tutti l’artista delle cancellature. Figura tra le più rilevanti della scena italiana, inventore di un linguaggio poeticamente e concettualmente originale, non ha mai perso il fuoco dell’impegno civile e della riflessione critica sulla realtà. Nel 2010 lavorò sulla Costituzione italiana: «Cancellandola io, da artista, avrei impedito a chiunque di farlo». «Oggi, 6 febbraio 1971, dichiaro di non essere Emilio I

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