- Fino al 13 marzo 2022, una grande retrospettiva alla Triennale di Milano illumina il genio di Saul Steinberg. Disegnatore, illustratore, artista multiforme.
- Il suo è uno dei tratti più visti e meno conosciuti del secolo: difficile non averne visto un’illustrazione, una cover del New Yorker, un disegno utilizzato per la copertina di un libro.
- Come nei racconti di Italo Calvino, i “personaggi” di Steinberg (si definiva «uno scrittore che non sa scrivere») spesso si guardano dall’esterno, si scoprono composti di parole altrui o intrappolati in labirinti di segni. Un’eredità che oggi appare tanto centrale quanto dimenticata.
«Steinberg è nato per disegnare come Fred Astaire è nato per ballare». Questa frase di Aldo Buzzi accoglie il visitatore della grande, bellissima mostra dedicata a Saul Steinberg alla Triennale di Milano (fino al 13 marzo 2022) curata Marco Belpoliti e Italo Lupi con Francesca Pellicciari. Una retrospettiva che è uno degli astri, luminoso e imperdibile, di una vera e propria “costellazione Steinberg” che, insieme al catalogo enciclopedico e l’altrettanto ricco numero di Riga (la rivista-libro



