«C’è un piccolo maschio eterobasico in ognuno di noi, donne e uomini. Non è una persona, è una sottocultura». A parlare è Maria Chiara Cicolani, 23enne romana, una laurea in Filosofia, che insieme a Valeria De Angelis, 25enne laureata in Design, ha ideato eterobasiche, la pagina Instagram che in otto mesi ha raggiunto 181mila follower. C’è chi si riconosce nelle battute, per averle pronunciate almeno una volta nella vita e chi mente.

Sono loro le prime ad ammetterlo: «Anche noi spesso ci troviamo a dire le cose che mettiamo nei video, pure mia madre lo fa» e allora sdoganiamo che il linguaggio politicamente scorretto – e quindi il suo pensiero – esista, proviamo a decostruirlo e a mostrarne i limiti, perché anche se lo troviamo profondamente sbagliato e un prodotto della cultura patriarcale possiamo lo stesso farci una risata sopra.

Quando ho iniziato a seguire la pagina ho screenshottato una battuta e l’ho mandata a mio marito: «Sacco in testa, cazzo in festa». Mi ha risposto allarmato: sei impazzita? Il grande merito di eterobasiche è aver scardinato un’equazione che viene spesso data per scontata: da donna o appartenente alla comunità Lgbt non posso ridere della stessa battuta che giustamente critico e da uomo non posso ridere dell’imitazione che queste due creatrici di contenuti fanno di un me (un po’ in varia misura) stereotipato.

E invece sì, posso. Parola chiave: leggerezza. Teniamola presente mentre seguiamo Maria Chiara Cicolani e Valeria De Angelis al museo e le sentiamo scambiarsi battute sulle dimensioni del pene delle statue, quando ascoltiamo i loro dialoghi per strada: «Se è fregno è complimento e se è brutto è catcalling», «come capisci che è lesbica? Dai capelli corti» e ancora «i gay sono più sensibili e sono un botto portati per la moda» ma immaginatevele dette con l’accento romano e con l’aria seria, di chi è sicuro di snocciolare grandi verità.

Mille sfumature di maschi

Arrivando sul profilo Instagram si potrebbe cadere in confusione vedendo due ragazze interpretare le mille sfumature di maschi eterobasici – lo dicono nella loro bio – con uno scambio di battute e gesti che vanno dall’epica inquadratura della mano infilata dentro i jeans a sistemare il pacco fino allo sguardo complice di chi, indicando un uomo appena conosciuto, si tocca la parte alta dell’orecchio dicendo «me confermi?».

Cosa fare se nel giro di pochi secondi non si sente l’impulso irrefrenabile di ridere? Maria Chiara Cicolani ci offre qualche consiglio: «La prima cosa è non sottovalutare il potere della risata. Anche se ti riconosci, sappi che non puntiamo il dito. Abbiamo tutti questo tipo di atteggiamenti, anche le donne. Il nostro obiettivo non è scimmiottare ma provare a portare consapevolezza. La seconda cosa è capire la portata di alcune frasi che scriviamo: se tagghi i tuoi amici sotto una battuta molto sessista prova a soffermarti un minuto per capire cosa stiamo provando a fare e magari rifletti sul perché quella frase potrebbe risultare sgradevole».

La verità è che ci sono un sacco di maschi eterobasici che le seguono. Sorpresa: anche questa specie tanto diffusa quanto criticata è dotata di autoironia. Molti follower uomini hanno scoperto il profilo perché taggati dalle fidanzate o mogli o amiche nei post, un po’ per ridere e un po’ per fare notare comportamenti poco graditi – eccoti, guardati, ci ridiamo sopra ma anche tu sei così e a volte è pesante. I video diventano uno specchio dove, chi vuole e ha gli strumenti per farlo, può rivedersi e mettersi in discussione. Allora arrivano i messaggi: la pischella mia mi tartassa coi vostri video. Faccina che ride.

«C’è curiosità da parte dei maschi eterobasici perché si sentono rappresentati e presi in considerazione. Pensano: allora c’è qualcuno che ci trova interessanti. Noi siamo sinceramente curiose del loro mondo. Forse è anche il motivo per il quale non abbiamo tanti hater».

E le femministe?

Eterobasiche è un profilo che vuole far riflettere, con una certa dose di ironia, sugli stereotipi di genere e su quanto la cultura patriarcale sia presente in ogni persona, a prescindere dal livello di rielaborazione che riesce – o vuole – applicare a sé stessa. I maschi eterobasici ci ridono sopra, e le femministe? «Ci dicono tutto molto bello però mi raccomando schieratevi. Rispondiamo chiedendo quali sono le modalità per farlo, perché per noi non è una guerra agli uomini. Lo stesso femminismo sembra non intercettare quello che vorremmo fare: non prendere in giro ma riflettere insieme, a prescindere dal genere. Rifuggiamo totalmente dall’atteggiamento paternalista al contrario, dove alla fine stai lì e dici agli uomini: dovete evolvere e cambiare, vi spieghiamo che piega prendere».

Il discorso diventa più complesso perché la cultura patriarcale impone modelli femminili determinati, come essere moglie e madre devota, ma anche maschili: devo essere etero, cisgender, zero fragilità, meglio se con un po’ di muscoli in vista e una certa dose di mascolinità tossica a garantire lo status. «A noi non interessa criticare ma analizzare la condizione media dell’uomo eterosessuale che si rapporta con una donna, che oggi è molto più forte che in passato.

Gli uomini sono in una crisi di valori e identità, a dirlo sono i darti: quanti non studiano e non lavorano? Cosa uscirà da questo dibattito sulla nuova paternità? La presa di posizione femminista può provocare un senso di colpa per appartenere al genere maschile? Anche gli uomini sono schiacciati dai modelli imposti ma possono essere maschi eterobasici senza esser per forza sessisti. Si deve solo capire come, mi dici che i miei valori sono sbagliati, quali altri mi fornisci? Che modelli di riferimento ho davanti? Si sta cercando di decostruire quello che sono stati per decenni ma senza fornire alternative. Molto raramente il mondo femminista si chiede come stanno loro, come la vivono».

Essere o non essere

Maria Chiara Cicolani e Valeria De Angelis hanno girato il primo video quasi per scherzo, quando l’estate scorsa tutti sembravano essere in posti bellissimi di vacanza, decisamente molto più instagrammabili del loro. A ottobre caricano il video su TikTok e diventa virale, così nasce il profilo Instagram eterobasiche. «Hai presente quando le persone anziane dicono che una signorina non dovrebbe comportarsi in un certo modo? Come essere sboccata e fare casino? Ecco, noi siamo così. Ci piace il calcio, ci comportiamo da maschiacci nel gruppo di amici, fa proprio parte della nostra personalità. Eterobasiche ci appartiene perché siamo un po’ così davvero».

Ma qual è il contrario di eterobasiche? Perché sarebbe riduttivo pensare che sia solo una questione di orientamento di genere: «Ci sono tantissimi gay più maschi eterobasici degli eterobasici. Credo che il personaggio opposto sia la femminista spinta a favore della desessualizzazione, anticapitalista e magari attivista green». Intelligenza e ironia che bucano, non solo il web. La settimana scorsa erano al Festival di villa Ada a Roma ad aprire lo spettacolo di Luca Ravenna, quello del podcast Cachemire, e sono uscite con un racconto satirico su Finzioni (inserto culturale di Domani in edicola in questi giorni, ndr), dal titolo “Il seme dell’inganno”, dove con ironia raccontano da un punto di vista storico e di dati presi da studi e siti affidabilissimi come choacingperdonne.it perché la donna è la più grande minaccia per l’uomo sulla terra. Ci sono anche Johnny Deep e Amber Heard, che con il primo processo trasformato in meme non potevano mancare.

Chiudiamo la chiacchierata chiedendo qual è la battuta che preferiscono. Maria Chiara Cicolani risponde senza un attimo di esitazione: «Comunque se c’hai la frega è più facile svoltà. È il commento che ci è stato riportato più spesso da amici che l’hanno sentito da altri che magari avevano provato a lanciare un progetto social senza successo e un po’ rosicando si sono dati questa spiegazione. Che è un paradosso perché è il contrario esatto di quello che succede realmente alle donne nel mondo del lavoro, dove hanno meno opportunità e salari più bassi degli uomini. E invece no, perché noi abbiamo la fregna che ci aiuta a svoltà». Andiamo a cercarla sul profilo e leggiamo i commenti: «Quelle di Freeda si stanno a ribaltà». E poi non dite che l’ironia non è contagiosa. Eterobasiche ve se ama.

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