- È più Eurovision Volodymyr Zelensky e Bruno Vespa che parlano di spaghetti e sole italiano (giovedì in tv a tarda sera) o la polifonia tradizionale esteuropea che i Kalush alternano al rap?
- Da vent'anni i cantanti ucraini buttano nella mischia del concorso il folk stilizzato d'èra sovietica (chi ricorda le Voci bulgare?), il turbo folk festaiolo e gangsteristico, il kitsch neomedievale da foresta dei Carpazi.
- Dai tempi del socialismo l’importanza politica e culturale della canzonetta nei paesi dell'est è spesso inversamente proporzionale al suo kitsch musicale.
È più Eurovision Volodymyr Zelensky e Bruno Vespa che parlano di spaghetti e sole italiano (giovedì in tv a tarda sera) o la polifonia tradizionale esteuropea che i Kalush alternano al rap? «Cantami una filastrocca. Voglio sentire la lingua di dove sei nata». Eurovision entrambi. Di brutto. Non è una novità: da vent'anni i cantanti ucraini buttano nella mischia del concorso il folk stilizzato d'èra sovietica (chi ricorda le Voci bulgare?), il turbo folk festaiolo e gangsteristico, il kitsch n



