Un artista-etnografo

Francis Alÿs crea spazi liberi e aperti come quelli dei bambini

Giochi universali che superano i confini geografici uniscono i bambini di tutto il mondo. L’artista belga, in mostra alla Biennale di Venezia, volge lo sguardo profondamente politico sui più piccoli portando elementi di novità anche nella ricerca antropologica

  • È un padiglione vociante e affollato quello di Francis Alÿs, artista nato in Belgio nel 1959, ma di stanza a Città del Messico dal 1986, che rappresenta il suo paese d’origine alla Biennale di Venezia di quest’anno.
  • Ciò che affascina l’artista è il fatto che i giochi sono spesso universali e travalicano i confini geografici. È impressionante assistere al video che riprende i bambini di Hong Kong nel 2020 e di Città del Messico nel 2021 mentre si rincorrono in un gioco basato sulla metafora del contagio.
  • In quello spazio l’artista si sofferma a osservare le comunità ritraendole nei suoi appunti visivi di viaggio di cui si trova una selezione esposta anche a Venezia. In diversi casi la delicatezza di questi minuti dipinti crea un disorientante contrasto con la drammaticità di alcune delle scene raffigurate.

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