- A trent’anni dalla scomparsa di Serge Gainsbourg, avvenuta il 2 marzo 1991, il più grande provocatore del Novecento è ancora prepotentemente tra noi, per suggerirci che la libertà non è mai un bene conquistato in maniera definitiva, ma si costruisce ogni giorno.
- Gainsbourg cantore dell’eros ama le donne, perché loro gli danno la possibilità di esprimere in poesia (e nella vita) tutta l’intensità di cui è capace, che è vasta, iraconda, malinconica, bisognosa di amore, bramosa di accettazione.
- Ultimo poeta maledetto, come l’ha definito Mitterand, Gainsbourg diventa eroe nazionale, simbolo di libertà, amore, provocazione e soprattutto di fragilità.
Una cosa ci dimostra il mito: che esso è assolutamente immune alla morte. A trent’anni dalla scomparsa di Serge Gainsbourg, il più grande provocatore del Novecento è ancora prepotentemente tra noi, per suggerirci all’orecchio che la libertà non è mai un bene conquistato in maniera definitiva, ma che si costruisce ogni giorno. La genialità che pulsa in lui, l’erudizione enciclopedica e la cultura smisurata lo rendono un artista a tutto tondo: dagli albori come pittore si fa cantautore, musicis



