- È stato uno degli ultimi grandi esponenti del giornalismo novecentesco ed è scomparso lunedì sera all’età di 84 anni.
- La sua vita è stata un invidiabile ballo, il riassunto perfetto di cosa ha voluto dire raccontare il mondo attraversandolo, lasciandosene assecondare, scovando i pertugi per entrarci da protagonista.
- Cultore di immaginari molteplici (dalla musica all’arte, dalla politica alla letteratura), portatore di uno stile fatto di spartito e improvvisazione, Minà poteva essere considerato un jazzista del giornalismo.
«La vita è una milonga, bisogna saperla ballare». In queste parole è racchiuso il senso dell’esistenza, della professione e dell’avventura umana di Gianni Minà, uno degli ultimi grandi esponenti del giornalismo novecentesco, scomparso lunedì sera all’età di 84 anni. In effetti, la sua vita è stata un invidiabile ballo, il riassunto perfetto di cosa ha voluto dire raccontare il mondo attraversandolo, lasciandosene assecondare, scovando i pertugi per entrarci da protagonista. Torinese e tifos



