- Il sole di fine luglio abbrustoliva la città deserta. Il silenzio delle vie lo faceva rimbalzare più forte contro i muri, l’asfalto, i cartelli stradali
- Anche quella notte avevo allungato il ritorno a casa. Al posto dei soliti trenta passi avevo girato attorno alla Villa. Una volta rientrato, mi sono messo a tradurre col mal di testa
- Prima traducevo i romanzi di Nick Job, alcuni classici americani e negli ultimi anni anche qualche spagnolo in odore di Nobel. Ora invece i tempi sono cambiati, dicono in casa editrice
Il sole di fine luglio abbrustoliva la città deserta. Il silenzio delle vie lo faceva rimbalzare più forte contro i muri, l’asfalto, i cartelli stradali. Quando mi sono affacciato alla finestra a fumare il fiato si è accorciato ancora di più. Tutta colpa dei miei centodieci chili, non c’è verso che riesca a scendere sotto il quintale. Per tutto il tempo della sigaretta ho guardato la saracinesca del bar di Sergio. La notte prima, attorno alle tre, l’aveva abbassata fino a farla sbattere sul ma


