- ll cinema di Jean-Luc Godard era sì bellezza, ma una bellezza appunto impossibile, la bellezza (ri)pensata dall’uomo ormai ampiamente psicanalizzato e disincantato
- Adorato, odiato, tacciato di narcisismo e di misoginia, è stato il re dei festival negli ultimi anni disertato anche dai festivalieri più osservanti
- Si può continuare a essere un genio – e ad alimentare il proprio mito – quando per tutti per sempre sarai legato a vita alla tua opera prima, al tuo esordio? Godard ce l’ha fatta: per via del suo cinema grandissimo anche quando era diventato piccolissimo
Si può dire “è morto” di uno che è sempre stato imprendibile, inarrivabile, a volte impossibile? Si può dire “è morto” di uno che ha (re)inventato il cinema al punto che, allora, bisogna dire che oggi è morto il cinema stesso, e probabilmente è proprio così, chi si prenderà più la briga di inventarlo di nuovo. È morto il Novecento (del resto è morta anche Elisabetta), ma è morta soprattutto un’idea di cinema come arte visiva totale, arte rappresentativa di un secolo che, altrimenti, avrebbe s



