oggi l’esordio dell’italia

In Italia il calcio femminile non è un gioco per madri

  • Giovedì 20 luglio sono iniziati i Mondiali femminili di calcio in Australia e Nuova Zelanda. La nazionale italiana debutta nella mattina di lunedì 24 contro l’Argentina. La crescita del movimento globale ha prodotto un miglioramento delle condizioni per le calciatrici di diversi paesi, dall’eguaglianza dei premi con gli uomini alle tutele e i diritti in maternità.
  • Le battaglie non sono finite, specialmente in Italia, dove siamo alla prima stagione di professionismo e dove fare insieme la calciatrice e la madre resta un’impresa: in serie A c’è solo l’islandese Sara Gunnarsdóttir alla Juventus. 
  • Le madri più tutelate nel calcio giocano con Usa e Australia. Hanno portato figlie e figli ai Mondiali. Due paesi che da tempo considerano lo sport una professione, normata da contratti che in tema di maternità sono avanguardia assoluta.

Fino a qualche anno fa il sintagma inglese “soccer mom” faceva riferimento al fenomeno delle madri di grandi calciatori che avevano in certi casi immolato la propria vita in nome della carriera dei loro figli, accompagnandoli agli allenamenti oppure cambiando la traiettoria delle loro scelte professionali in nome di un supporto e dei sacrifici necessari affinché evolvessero, fino a diventare star del calcio internazionale. Un’ecatombe di ipotetiche professioniste sacrificatesi in nome del titol

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