Cultura

Il canto di Calliope per dare luce alle donne nell’ombra

  • L’Iliade inizia con la voce del poeta che domanda alla musa di cantare per lui l’ira di Achille. Ma che sarebbe successo se Calliope, invece di prestare la sua voce all’uomo che gliela chiedeva, l’avesse usata a modo suo?
  • Precisamente da quest’ipotesi tanto controfattuale quanto seducente muove Il canto di Calliope, romanzo corale in uscita in questi giorni per Sonzogno nella traduzione di Monica Capuani.
  • L’autrice, Natalie Haynes, è una classicista, e con appassionato rigore offre a Calliope una voce tutta per sé, per cantare le donne nell’ombra, e portarle finalmente dentro il cono di luce.

Dei bambini piccoli si ricorda la prima parola, la prima distinguibile fra balbettii sperimentali spesso d’incerta interpretazione: mamme e papà si contendono le sillabe e l’orgoglio di essere stati invocati dal pupo con il suo primo fiato intelligibile. L’ira Se la letteratura fosse un bambino, quella che ricorderemmo come la sua prima parola – la prima della letteratura greca, e quindi, in un certo senso, anche della nostra, di cui quella greca è l’antenata – sarebbe ira. Un’ira, nella fa

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