Cultura

Il dilemma della seconda stagione  per una serie tv di successo

La regina degli scacchi ha conquistato il pubblico con il suo viaggio nella personalità di Beth. L’arco narrativo e il percorso del romanzo che l’ha ispirata si sono esauriti. Cosa farà ora Netflix?

  • La Regina degli scacchi è la serie Netflix del momento, da settimane stabilmente nella top ten dei prodotti più visti sulla piattaforma. 
  • Ispirata all’omonimo romanzo del 1983 di Walter Tevis, la serie è un piccolo gioiello in cui tutti i tasselli si muovono e s’incastrano alla perfezione, in un disegno coerente proprio come i pezzi di una scacchiera.
  • Grazie alla curiosità, al talento innato e all’ostinazione di Beth Harmon, rimasta orfana dopo la morte della madre in un incidente, si entra in un mondo affascinante in cui i pezzi e le pedine sono autentici strumenti di salvezza e di sopravvivenza. 

«Gli scacchi non sono un gioco per bambine». Deve essere stato il primo approccio con la disciplina, così apparentemente spietato e risolutivo, a scatenare nella piccola Beth Harmon la curiosità e l’ostinazione a trasformare l’ignoto in qualcosa di famigliare. Nelle parole del burbero Shaibel, custode di un orfanotrofio del Kentucky, nell’America intrisa di pregiudizi e disperazione degli anni Cinquanta, una bambina di nove anni trova il senso del riscatto, dell’affermazione sociale, del proprio

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