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Quando frequentavo il liceo, come tutti quelli che vanno bene in italiano, sognavo di diventare uno scrittore famoso e da povero figlio di proletari mi trasformavo in un intellettuale in completo di lino bianco seduto al tavolo di un locale alla moda. Invece.
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Decine di anni consumati sgretolando panini contundenti in compagnia di altri disgraziati come me, trasandati – loro – come chissà perché si ritiene che un autore debba trasandarsi con certi orrendi maglioni girocollo e quelle felpe da ergastolani.
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È arrivato il momento di pagare il conto, dopo tutti questi magnifici anni. Eravamo tutti più giovani, forse più intelligenti, certamente più spiritosi.
Il mondo della televisione visto da un dinosauro in via di estinzione
23 settembre 2021 • 20:07Aggiornato, 24 settembre 2021 • 09:21