- Il fatto è passato alquanto inosservato, eppure è stato uno dei primi in Italia a inaugurare la tagliola che sta colpendo indiscriminatamente il mondo della cultura russa o chiunque abbia a che fare con esso.
- Un conto è mettere in discussione un corso universitario con al centro Dostoevskij, un conto è cancellare la rassegna di un regista vivente che «potrebbe dire pubblicamente di non essere d’accordo con Putin, non facendolo, dimostra di essere d’accordo», dice il presidente del Museo, Enzo Ghigo.
- Con il moltiplicarsi di tali iniziative, che per alcuni rientrano nella semplice censura, per altri sotto il grande cappello della cancel culture, il contrappasso è breve.
Da cinque giorni, se si passa tra le locandine del cinema Massimo di Torino all’esterno della struttura, si vede un foglio appiccicato a coprire i film del mese di febbraio che dice: “Si comunica la cancellazione di tutti i film della rassegna Anima Russa”, la retrospettiva dedicata al regista russo Karen Georgievich Shakhnazarov, una tre giorni che si sarebbe dovuta tenere dal 25 al 27 febbraio. Il motivo dell’annullamento, scrive in un comunicato il Museo nazionale del cinema, che fa capo a



