Riflessioni contro l’autofiction

Il rischio che solo la vicenda biografica legittimi il racconto

Foto Pixabay
Foto Pixabay
  • Scuola di nudo, il primo romanzo di Walter Siti (nonché il primo grande romanzo autofinzionale della nostra letteratura) fu, alla sua uscita, un mezzo terremoto: la voluta e provocatoria non chiarezza tra autore e personaggio, tra fatti accaduti e fatti inventati, mandò molti in confusione.
  • Scuola di nudo fu l’epopea dinamitarda e farsesca di un nuovo tipo di antieroe, un metasuicidio ad altissimo voltaggio stilistico: una bomba, non foss’altro per una capacità di attrito che non si credeva la letteratura potesse ancora suscitare.
  • Oggi, a quasi trent’anni di distanza da quel libro, l’autofiction è un dispositivo letterario ormai consueto. Se Walter Siti, insieme ad altri (da Carrère a Knausgård, da Lerner a Cusk, da Ernaux a Nelson), ci ha dato non solo delle opere ma anche un diverso modo di fare letteratura, qual è oggi lo stato di quel contributo?

Per continuare a leggere questo articolo