Anno Duemila ventuno, marzo, è ora di prepararsi per andare in discoteca per la prima volta. Tacchi, vestito lungo nero e un rossetto da far paura: speriamo mi si fili qualcuno! Sono pronta per uscire, aspetto che arrivino anche le mie amiche e poi partiamo, ho paura che succeda qualcosa che possa rovinare tutto.                                                                                                

Drin, drin, drin. Ecco la sveglia, lo sapevo che era troppo bello per essere vero! Tanto non mi devo nemmeno vestire, basta che mi alzo ed accendo il computer, i miei compagni di classe sono là dentro.  In discoteca purtroppo quest’anno credo proprio che non ci andrò, a meno che non creino una stanza virtuale e permettano a tutti di ballare una “Macarena” nel proprio soggiorno.  Sì, penso che in poco tempo lo faranno, sono arrivati ad infilare la scuola nello schermo del computer…       

Nell’ultimo anno e in questi tre mesi che sono trascorsi, ho vissuto come in una bolla, non mi sono ancora resa conto che il Corona Virus esista davvero. Mi sembra tutto così surreale, quando esco mi pare di stare in un film post apocalittico, la gente con le mascherine e gli sguardi fissi a terra per non incrociare quelli degli altri. Sì, perché abbiamo paura di vedere la realtà per quella che è, ed io stessa lo ammetto, ho persino smesso di guardare il telegiornale per evitare di leggere il numero dei morti ogni giorno.           

Riflettendoci sono arrivata a pensare che Dante deve essersi sentito così quando ha attraversato la Selva Oscura, senza speranza di riuscire a ritrovare la diritta via che aveva smarrito. Fortunatamente aveva Virgilio con sé, un compagno davvero niente male! Pensandoci sto provando anch’io le sue stesse emozioni, un turbine di pensieri e parole che mi frullano in testa senza trovare un modo per uscire.

Prigione

Mi sento rinchiusa all’interno di una prigione: sia in senso fisico, dentro le quattro mura di casa mia, che intendendo una gabbia mentale da cui non riesco ad evadere. La mia selva oscura è rappresentata da tanti ostacoli che supero di volta in volta, come lo stress che mi provoca la scuola ogni santo giorno o la voglia di abbracciare i miei amici allo sfinimento.

Non sono mai stata una ragazza socievole con tendenza a stare in gruppo, spesso ho preferito restare sola che andare in giro con le persone. In quest’ultimo periodo però mi è arrivata spontanea la voglia di uscire, conoscere il bene e il male del Mondo, scoprire cosa c’è oltre l’apparenza.

Ho imparato ad apprezzare il quotidiano e le sue piccole cose, a stare con la mia famiglia e divertirmi con loro. Spero presto di tornare a vivere la mia vita alla normalità, credo che nessun adolescente di razza umana abbia mai vissuto un’esperienza così fuori dall’ordinario.            

Se dovessi chiedermi chi sia il mio Virgilio, non saprei dare con certezza una risposta chiara. Di sicuro non è una persona, ho imparato ad usare il mio cervello e a cavarmela da sola in quasi ogni situazione. Tuttavia, potrei dire che il mio compagno di avventure nella Selva Oscura è rappresentato dalla spinta che mi aiuta ogni giorno a superare le piccole paure e che aggiunge un pizzico di curiosità alla mia quotidianità.

Non mi sono mai annoiata in questo anno e mezzo grazie ad essa, sono sempre riuscita a scovare qualcosa di nuovo da fare, pur trovando spesso qualche difficoltà o ostacolo.        

La diritta vita ancora non sono riuscita a trovarla purtroppo, e sarà ancora un cammino arduo per me. In fondo è normale per una ragazza di sedici anni non sapere niente del suo futuro, aggiungi una pandemia e la strada sembrerà ancora più offuscata! Spero con tutta me stessa che questo maledetto virus se ne vada, che le persone vengano vaccinate e che il Mondo torni a respirare senza una mascherina in volto.

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