Morti, arresti e prigionia. La solidarietà parte da Napoli: a un anno esatto dalle elezioni presidenziali in Bielorussia, Marisa Laurito, Sergio Rubini, Fabrizio Gifuni, Giorgia Cardaci, Francesco Bolo Rossini e Stefano Scherini, leggono insieme l'accorata lettera del prigioniero politico bielorusso Siarhei Verashchahin in risposta all'attivista Ilya Mironov nello spot «Imbavagliati per #StandWithBelarus».

Pubblicato sul sito del Festival Imbavagliati di Giornalismo Civile che si svolge ogni anno al Palazzo delle Arti di Napoli (Pan), il video «vuole accendere una luce su quello che sta accadendo dal nove agosto 2020 in Bielorussia, da quando le autorità bielorusse hanno annunciato che Aleksandr Lukashenko era stato rieletto presidente per il sesto mandato consecutivo». Dalle prime proteste pacifiche, ricorda il comunicato, «il bilancio ad oggi è di 37mila arresti, 4600 casi di torture, oltre a 608 prigionieri politici, 3mila procedimenti penali motivati politicamente e minimo quattro morti».

L’idea

Il filmato, ideato e diretto dalla giornalista e portavoce di Articolo21 Campania, Désirée Klain, nonché direttrice del Festival, è visibile in anteprima sul sito www.Imbavagliati.it, con testimonianze e foto di denuncia dal campo, per sensibilizzare i governi sulla situazione drammatica in Bielorussia, che promuove l'omonima campagna internazionale, voluta dalla Fidu (Federazione italiana diritti umani) e dall'associazione bielorussi in Italia "Supolka", per “l'adozione” dei prigionieri politici bielorussi attraverso l'invio di missive di sostegno in carcere e il racconto delle loro storie sui propri social.

La stampa c’è

«Grazie a Désirée Klain, ad Articolo 21 Campania e a 'Imbavagliati' - ha detto il presidente della Federazione nazionale stampa italiana, Giuseppe Giulietti - per questa nuova campagna civile contro i bavagli in Bielorussia. Quello che sta accadendo ci riguarda e dobbiamo dare voce a chi rivendica il diritto alla libertà di espressione contro un regime oppressivo, liberticida che ha sta violando trattati, convenzioni, dichiarazioni dei diritti delle persone».

Il sito a settembre diventerà anche un giornale, che darà voce oltre al Festival a reporter, attivisti minacciati o che vivono sotto scorta: «Un progetto – si legge -, che partendo da Napoli, cercherà di essere un punto di riferimento per la libertà di stampa e i diritti umani, raccontando difficili realtà dal punto di vista interno, con l'apporto della responsabile delle relazioni internazionali Eva Serio e il giornalista, esperto di censura, Marco Cesario». Klain spiega: «Cerchiamo, attraverso un linguaggio cinematografico, di far diventare “popolari” importanti temi di emergenza umanitaria».

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