Con il termine “scholé” indicavano la ricerca del perfezionamento di sé. Non per un obiettivo specifico, ma per il solo piacere di farlo
- La parola che ci serve è scholé: una parola antica, in cui è facile indovinare l’origine della nostra scuola. Ma scholé non ha a che vedere con la scuola nel senso prescrittivo, con la scuola dei compiti, dello studio, dell’obbligo.
- È anche lo svagato dissiparsi di ore in cui si arriva a infischiarsene di quello che si dovrebbe fare, e si è quindi autenticamente creativi.
- Un’amica spagnola mi ha detto una frase, qualche giorno fa, che cercherò di tenere a mente la prossima volta che mi ritrovo a stressarmi per tutto il tempo che non so più perdere: «la siesta spagnola si fa beffe del sogno americano».
Quante sono le cose che possiamo imparare dai greci, mi ritrovo qualche volta a pensare. Per ogni circostanza, ogni dubbio, ogni cruccio, questi nostri lontani antenati, magari non di sangue ma certo di lingua e di pensiero, hanno una parola, un’idea che alla bisogna mi rallegro di estrarre dal vocabolario. La cosa incredibile è che queste parole antiche sono tutt’altro che consunte dal tempo: basta soffiare via un po’ di polvere, segno più che altro della nostra dimenticanza, e tornano a splend



