- In questi giorni è andato in scena sui social una protesta contro il bando “russofobo” di Chanel alla vendita a consumatrici/tori di nazionalità russa di qualsivoglia loro prodotto sopra i 300 euro, in qualunque parte del mondo.
- I compratori russi nel mondo costituiscono una fetta che oscilla dal 4 all’8 per cento del consumo globale di beni di lusso. Ed è una cifra in discesa rispetto al passato recente.
- È una irreale realtà molto solida quindi quella che porta sia le tagliatrici di borsette sia la casa di moda a prendere entrambe decisioni molto nette. In quel mondo.
Durante una guerra, ognuno combatte come può. Per questo la protesta contro il marchio Chanel delle signore (che tutto il mondo ha definito influencer ma che poi hanno un lavoro, per la verità: attrici, designer, ecc) che hanno imbracciato grandi forbici da giardino per mettersi a fare a pezzi una sola (attenzione) delle loro borse Chanel è meno fru fru di quel che si potrebbe pensare. Trattasi, lo sapete, di uno stizzito segno di protesta contro il bando “russofobo” della maison francese all



