INTERVISTA AL FIORETTISTA FILIPPO MACCHI

Come si perde un oro senza accusare l’arbitro: «Brucerà per sempre, ma lo sport è rispetto degli altri»

Sulla pedana olimpica di Parigi, Filippo Macchi ha visto svanire la vittoria in finale contro Cheung Long di Hong Kong per una chiamata contestata, ma non ha mai attribuito colpe ai giudici. «Molte mamme che mi hanno scritto: grazie per quello che hai fatto, mio figlio inizia a fare scherma per merito tuo»

Le pedane sono una tradizione di famiglia per Filippo Macchi. Nonno Carlo cinquanta anni fa fondò il Circolo Scherma di Navacchio, una frazione di Cascina, e un’azienda che produce oggetti per la scherma dove oggi lavora papà Simone. Travolgente e talentuoso nel fioretto, giocherellone e di una simpatia contagiosa nella vita di tutti i giorni. Il ventitreenne di Pisa non è per nulla appagato dalle due medaglie d’argento che si è messo al collo ai Giochi di Parigi. Ambizioso senza essere sbruffon

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