Intervista a Luca Parmitano

«Il progresso tecnologico ci aiuterà a conquistare Marte»

Luca Parmitano poco dopo l'atterraggio di Soyuz MS-13 (Sergei Ilnitsky/Pool Photo via AP)
Luca Parmitano poco dopo l'atterraggio di Soyuz MS-13 (Sergei Ilnitsky/Pool Photo via AP)
Luca Parmitano poco dopo l'atterraggio di Soyuz MS-13 (Sergei Ilnitsky/Pool Photo via AP)
  • Luca Parmitano è un militare e astronauta dell’Agenzia spaziale europea, nato a Paternò, in provincia di Catania, il 27 settembre del 1976. Ha conseguito il diploma presso l’Accademia aeronautica italiana di Pozzuoli e parte del suo addestramento di base si è svolto negli Stati Uniti.
  • «L’eccezionalità del nostro lavoro è condivisa con le migliaia di operatori, ingegneri, istruttori, controllori di volo, e decine di altre categorie»
  • Durante la pandemia «un importante contributo è stato quello di aiutare nell’evoluzione della coscienza sociale: gli astronauti si isolano in quarantena prima di partire, e si sottopongono a rigorose procedure profilattiche, incluso il vaccino annuale antinfluenzale, per assicurare la protezione dei colleghi a bordo della Stazione o appena rientrati».

Nel maggio 2009 viene selezionato come astronauta dell’Agenzia spaziale europea e da allora ha iniziato la formazione per la propria missione in orbita intorno alla Terra. Il suo nome è nell’olimpo degli astronauti italiani, tra i più famosi della sua generazione. Luca Parmitano ha trascorso 366 giorni non cumulativi nello spazio, ad oggi il tempo più lungo di qualsiasi altro astronauta dell’Agenzia spaziale europea. Quando è rientrato il 6 febbraio 2020 sulla Terra, dalla sua seconda missi

Per continuare a leggere questo articolo