La dialettica destra-sinistra degli ultimi anni si può riassumere così: da un lato qualcuno dice qualcosa di “scorretto”, e di là qualcun altro s’indigna. È un dispositivo semiautomatico, che va avanti a fasi alterne da una trentina d’anni. Un ingranaggio che, a guardarlo un po’ più dall’esterno, pare il più collaudato gioco delle parti, l’eterna declinazione della stessa scena
La dialettica destra-sinistra degli ultimi anni si può riassumere pressappoco così: da un lato qualcuno dice qualcosa di “scorretto”, e di là qualcun altro s’indigna. È un dispositivo semiautomatico, che va avanti a fasi alterne da una trentina d’anni. Un ingranaggio che, a guardarlo un po’ più dall’esterno, pare il più collaudato gioco delle parti, l’eterna declinazione della stessa scena. Al punto che questa sembra essere diventata l’unica vera formula della vita politica italiana: una pochade



