Cultura

La censura è stata la culla della modernità

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Un libro dello storico Giorgio Caravale ripercorre la storia delle politiche di limitazione della libertà d’espressione, smontando i luoghi comuni. Le libertà moderne sono il prodotto di filtraggio e sintesi all’interno di una dialettica aspra

  • Nel Cinquecento, proprio come oggi, la censura promette di proteggere la società dalla divisione e dalla disinformazione.
  • All’epoca l’esigenza nasceva dall’irruzione di una nuova tecnologia, la stampa, in un contesto di forti divisioni religiose e sociali.
  • Senza la censura, che per secoli ha filtrato e orientato la produzione culturale, la nostra cultura sarebbe molto diversa.

Siamo abituati a considerare la censura come un fenomeno condannabile e retrogrado, caratteristico di regimi autoritari come Russia o Cina. La “cancel culture” degli americani ci appare come la sua forma più blanda, un retaggio arcaico inspiegabilmente sopravvissuto al vento del progresso. Questa nostra diffidenza è figlia della cultura illuminista e liberale, forgiata nella lotta contro le istituzioni tradizionali, stato chiesa famiglia. La censura, nel nostro immaginario, coincide con il

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