- «Io credo, nelle fiabe», dice Kata Wéber. «È nelle principesse che non credo». “Autenticità” è la parola che la sceneggiatrice ungherese invoca più spesso.
- Ed è anche la chiave con cui interpreta il proprio impegno femminista: «Io racconto le donne per quello che sono, non per le aspettative che altri gettano su di loro».
- A conferma del suo unico credo - la cruda verità delle emozioni - Wéber ha messo dentro Pieces of a woman anche un pezzo della sua storia. C’è infatti la perdita, vera, di un figlio, appena dopo averlo partorito. Poi il trauma vissuto da lei si sovrappone con altre storie e diventa fiction.
«Io credo, nelle fiabe», dice Kata Wéber. «È nelle principesse che non credo». “Autenticità” è la parola che la sceneggiatrice ungherese ripete e invoca più spesso. A conferma del suo unico credo - cioè la cruda verità delle emozioni - Wéber ha messo dentro Pieces of a woman anche un pezzo di sé, della sua storia. C’è infatti la perdita, vera, di un figlio, appena dopo averlo partorito in casa. Poi il trauma vissuto da lei e dal compagno, il regista Kornél Mundruczó, si sovrappone con altre sto



