Usain Bolt, Nigel Mansell, Deborah Compagnoni: sono molti i casi che sollevano domande su questa fase finale di una competizione o di una stagione, in cui un atleta sente di essere vicino al traguardo e inconsapevolmente abbassa il livello di attenzione. L’incidente di Brignone ci invita a ripensare l'equilibrio tra impegno e recupero, nello sport e nella vita quotidiana, a saper dire di no, a non vedere le pause come momenti persi, a saper rallentare al momento giusto
Al termine di un lavoro lungo e faticoso, la maledetta voglia di mollare la presa può prendere il sopravvento. Sei in dirittura d’arrivo, sai che non devi calare la concentrazione ma non sempre stanchezza e consapevolezza sono alleate. È questa l’interpretazione che aleggia relativamente all’incidente di Federica Brignone: cosa c’è dietro un infortunio che arriva al culmine di una stagione tanto straordinaria quanto impegnativa? Pura sfortuna? A soli dieci mesi dai Giochi Olimpici di Milano-Cort



