Cultura

La storia del mondo si legge nella lingua della malattia

Non morire racconta la storia di una malattia e di come il corpo diventi oggetto, strumentalizzato dal capitalismo oncologico e dalla banalità dei media, privato degli assetti di base della propria identità, mentre, contemporaneamente, la personalità del malati può «balzare fuori dal guscio di dolore del suo corpo decadente e pensarsi in uno spazio oltre lo spazio»

  • Sono stati scritti tanti libri sulla malattia, ma Anne Boyer si dedica esplicitamente alle costrizioni che comporta la diagnosi di un tumore. Con l’ingresso in un sistema, la trasformazione in numero del malato, la sua aurea virginea per chi lo viene a trovare.
  • Eppure, è proprio in questo ambito, sul capezzale, che lo spirito può spaziare, ritrovarsi in un’altra dimensione, fuori dall’orizzonte del corpo. 
  • Diversi livelli che si incrociano anche nella lingua: chirurgica e brutale quando si immerge nella scienza, lirica e volatile quando rievoca i pensieri del capezzale, struggente e calorosa quando elenca gli affetti, asfittica e apocalittica quando elenca gli effetti (collaterali).

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