I lavoratori dello spettacolo

Non basta riaprire: «Ripartiremo quando ci sarà uno stadio pieno»

Diodato e Daniele Silvestri alla manifestazione dei Bauli in piazza del 17 aprile a Roma (LaPresse)
Diodato e Daniele Silvestri alla manifestazione dei Bauli in piazza del 17 aprile a Roma (LaPresse)
  • Da inizio pandemia si sono già perse migliaia di posti di lavoro nel settore della musica. «Tutti dobbiamo stare attentissimi, altrimenti dopo queste riaperture dovremo licenziare» avverte Masullo, portavoce del movimento “La musica che gira”. Nel suo locale, l’Off Topic di Torino, ospiterà Aboubakar Soumahoro e il cammino degli Invisibili.
  • Il Coordinamento Indies andrà da Franceschini: «Coprifuoco da subito alle 23, in seguito almeno da mezzanotte», inoltre chiede una mano sui dispositivi di protezione: «Sarebbe giusto che ce li fornisse la protezione civile».
  • Cappellini, dei Bauli in piazza, si aspetta una risposta del ministero per evitare che il lavoro finisca schiacciato dalla pandemia: «Gente con esperienza che ha grande capacità non ha più potuto fare questo lavoro».

«La crisi finirà quando si potrà fare un concerto in uno stadio con i numeri di prima» avverte Annarita Masullo, portavoce del movimento “La musica che gira”, composto da manager, produttori, artisti, musicisti, tecnici, consulenti, promoter, etichette discografiche, agenzie di booking, proprietari di live club, uffici stampa. Una lunga lista per cui si riapre ma non è tutto come prima: «Non basta l’annuncio per riaprire. Qualcuno si farebbe del male economicamente». Live club e spazi di cult

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