- L’uomo chiese il permesso di entrare nel cortile dell’ospedale. Le regole per il Covid erano rigide. È la cosa più straziante di questo strazio tremendo che è stato il contagio: la solitudine nella morte.
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Qui a noi non è accaduto d’improvviso l’impensabile, un drammatico incidente, una casuale fatalità, una catastrofe della natura. Per noi, c’è stata la progressiva pensabilità della morte. A un certo punto, l’imponderabile fu la vita.
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La letteratura ci ha lasciato diversi “diari del dolore”, brevi registri in cui sono annotate intere vite in comune. È la solitudine a divorarci, lentamente. Mentre sopravviviamo. Mentre sopravviviamo alla pandemia.
L’uomo chiese il permesso di entrare nel cortile dell’ospedale. Le regole per il Covid erano rigide e lui non poteva far visita alla sua Carla che era ricoverata grave. Glielo concessero. Così, l’uomo portò con sé una sediolina e una fisarmonica. Portò anche il suo cappello di alpino: Bozzini Stefano, classe ‘39. Mise la sediolina sotto la finestra della sua amata e iniziò la sua serenata. Una fisarmonica contro la morte. È la cosa più straziante di questo strazio tremendo che è stato il cont



