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Tornano alla mente certe intuizioni di Erich Auerbach, quando si interrogava a proposito di quell’utopia chiamata Weltliteratur, letteratura mondiale. La recente pubblicazione di Nottetempo, Letteratura mondiale e metodo, è l’occasione per riscoprire una delle profezie dello studioso tedesco.
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Leggiamo e riconosciamo una parte di noi stessi, della nostra realtà – anche quando non è la nostra – nelle pieghe di un autore di fantascienza cinese o yemenita, ci appassioniamo alla trama avvincente di un thriller d’esordio scritto da una giovane autrice indiana.
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Se il mondo rischia di apparire tutto uguale, allora la produzione letteraria può correre il medesimo rischio. A meno che, come l’autore di Mimesis, non si pronostichi l’avvento di una sola cultura organizzata per diverse lingue.
Il déjà vu della libreria mondiale tra best seller e omologazione
09 marzo 2022 • 19:33Aggiornato, 09 marzo 2022 • 19:34