- Nella storia della letteratura sono moltissimi gli episodi in qualche modo dipendenti dal viaggio in treno, da Pirandello a Pascoli, da Agatha Christie a Émile Zola, dai perturbanti vagoni di Charles Dickens all’esaltazione dei futuristi.
- Ciò che sembra accomunare ogni esperienza letteraria legata alla ferrovia è la possibilità che offre il treno di annullare i concetti di spazio e di tempo in modo che, obbedienti a questo tipo di percezione confusa, i personaggi perdano il contatto con la realtà e le sue dinamiche.
- Il treno è quindi luogo di epifanie e decisioni inattese, di imprevisti che però, proprio grazie alla sospensione dei paradigmi del reale, possono portare in luoghi, concreti e metaforici, in cui altrimenti non si sarebbe mai giunti.
Antonio Delfini, nel racconto Ritorno in città, per descrivere il continuo vagare della mente del protagonista tra passato e presente si serve dell’immagine di un treno che, oltre ad attraversare «quell’immensa distesa che è la pianura padana», garantisce con il suo movimento «il tornar dei ricordi in un turbine di pensieri». Come se la strada ferrata azionasse lo stesso meccanismo della madeleine proustiana (non a caso nel Contro Sainte-Beuve Marcel Proust, per illustrare i movimenti della m



