intervista

Lilia Giugni: «Il femminismo ora combatta contro il capitalismo digitale»

La studiosa si occupa da tempo di quel mondo Big Tech che oggi si sta muovendo nella direzione di Trump. Un mondo dove esiste un sostrato di sessismo che però i tentativi di regolamentazione non hanno intaccato

Ha parlato di social che hanno dentro di sé un modello di business propizio alla violenza digitale di genere, di diritto alla deindicizzazione e all’oblio, di “falle” discriminanti nei software di riconoscimento facciale. Ha denunciato come le violenze, lo sfruttamento e l’esclusione delle donne siano dinamiche strutturali che permeano a livello globale i processi di produzione delle tecnologie digitali. Ha raccontato di operaie in Cina, minatrici in Congo, moderatrici social in India, ragazze v

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