- L’Ucraina è in fiamme, i missili russi cadono sulla popolazione inerme e l’avanzata di truppe russe, più o meno dichiarate, sta mettendo in ginocchio un paese schiacciato dall’inconsistenza della diplomazia.
- Ma è davvero un inferno? Perché usare quella parola, quell’immagine, e ciò che essa evoca?
- Il vocabolario religioso, in un modo o nell’altro, continua a popolare i nostri discorsi e, soprattutto, un immaginario che ha radici antichissime.
Cosa sta accadendo in questi giorni? Stiamo assistendo a un inferno. L’Ucraina è in fiamme, i missili russi cadono sulla popolazione inerme e l’avanzata di truppe russe, più o meno dichiarate, sta mettendo in ginocchio un paese schiacciato dall’inconsistenza della diplomazia. Ma è davvero un inferno? Che cosa ci spinge a identificare quelle scene e quei colori, fatti di ingredienti terribili, con l’inferno? Perché usare quella parola, quell’immagine, e ciò che essa evoca? È da qui che vuole



