dopo l’eurovision

Il perbenismo interessato dei Måneskin sulla droga

 

  • Il populismo della cosiddetta trasparenza ha raggiunto ormai anche il rock’n’roll, che non muore mai perché non si droga. Avevano la possibilità di essere rock’n’roll e dire che avevano pippato in diretta anche se non era vero. 
  • Invece hanno avuto paura di essere esclusi, allontanati, condannati dalla destra e anche da certa sinistra. Non si fa nemmeno in tempo a chiedersi se l’antidoping sia previsto anche per le competizioni canore che il cantante dei Måneskin dice in sequenza: «Siamo contro la droga» e «fateci il test se non ci credete».
  • È la manifestazione di una grave psicopatologia sociale, collettiva e individuale. Una malattia mentale evidentissima: doversi discolpare senza la prova della colpa, e quando suddetta colpa non è chiaro che rilievo abbia.

 

Il populismo della cosiddetta trasparenza ha raggiunto ormai anche il rock’n’roll, che non muore mai perché non si droga. Il cantante dei Måneskin durante la serata trionfale all’Eurovision song contest di Rotterdam, viene colto dalle telecamere in una posizione e un gesto che potrebbero far pensare che sia chinato a sniffare coca; molto rock’n’roll! Ma non è così, si era rotto un bicchiere, come capita a qualsiasi casalinga di Voghera che si rispetti. Ma: baraonda da mezza Europa, francesi in

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