- Arrivo in anticipo all’appuntamento con Marco Bellocchio e dunque decido di scendere al fiume. Marx può aspettare, l’ultimo suo perturbante film, mi ha trascinato in una corrente di stati d’animo contraddittori, dalla rabbia alla dolcezza, dalla vicinanza all’invidia più squallida.
- «La dimenticanza non era solo relativa al fatto di non ricordare le cose che qualcuno mi ricorda, ma anche e più profondamente al riconoscere che ciò che ha portato alla tragedia del suicidio di mio fratello era allora stato sottovalutato».
- «Quindi un difetto di sentimento, di sensibilità e anche di affetto perché se tu ami qualcuno presti attenzione. Il film ha questo cardine».
Arrivo in anticipo all’appuntamento con Marco Bellocchio e dunque decido di scendere al fiume, nonostante il sole sia già quasi solo l’immagine di un desiderio. Marx può aspettare, l’ultimo suo perturbante film, mi ha trascinato in una corrente di stati d’animo contraddittori, dalla rabbia alla dolcezza, dalla vicinanza all’invidia più squallida. Quanto possiamo dimenticarci delle persone che ci amano? Quanto sacrificare alla realizzazione personale? Che utilità ha accorgersi dei nostri errori,



